Siamo animali a sangue caldo, lo sanno tutti, anche i bambini, e tutti consideriamo normale una temperatura corporea, che chiameremo di base, compresa tra valori di 36,4° C e 37,2°C, magari con valori più bassi al mattino che possono aumentare nelle ore serali, per via di un progressivo incremento delle funzioni metaboliche del nostro organismo.
Il processo sensato che chiamiamo malattia, che noi in Medicina omeosinergetica chiamiamo benattia, è sempre accompagnato da un aumento, più o meno rilevante, della temperatura di base, ovverossia compare ciò che chiamiamo gergalmente febbre.
E’ frequente che si creda che tale innalzamento della temperatura di base, considerata “normale”, sia di per sé un male, e ciò è più vero man mano che essa aumenta avvicinandosi alla pericolosa soglia dei 40° C, per cui la temperatura debba essere il più velocemente possibile riportata alla normalità.
Ma solo in pochi si domandano perché il nostro corpo mette in atto dei processi di innalzamento della temperatura? Cosa realmente avviene?
Tutti i medici dovrebbero sapere, per via dei loro studi di fisiologia, che l’incremento della temperatura corporea si associa comunque ad un aumento dell’efficienza organica complessiva, dal momento che all’aumento fisiologico della temperatura corrisponde anche un incremento della velocità di trasmissione degli impulsi nervosi e, più in generale, ad un aumento di tutto il metabolismo, cioè l’insieme delle reazioni biochimiche che permettono la nostra fisiologia e di conseguenza la vita.
L’aumento della temperatura è altresì necessario qualora vi sia un importante carico tossinico da eliminare, al pari di ciò che avviene in un falò quando vi è molta legna da ardere il fuoco aumenta la sua intensità, al contrario quando il combustibile diminuisce diminuisce anche l’intensità del fuoco.
Che senso ha pertanto combattere la febbre quando esse sono solo i segnali della reattività dell’individuo?
La medicina convenzionale, invece, con i suoi comuni antipiretici (tachipirina, ibuprofene, aspirina, solo per citare i più comuni e conosciuti) ci insegna e ci sprona ad abbassare molto rapidamente la temperatura corporea, ostacolando così un importante meccanismo di attivazione e disintossicazione messo in atto dal nostro organismo.
Sempre fedeli alla efficace metafora precedente, credo sia semplice immaginare cosa accade se sul nostro immaginario falò, nel mentre che brucia alacremente, viene gettata una secchiata di acqua gelata: il fuoco tenderà a spegnersi, magari del tutto. E la legna non ancora combusta? Rimane lì e così faranno le scorie metaboliche (cataboliti), il cui eccesso aveva reso necessario l’aumento del fuoco!
Quando usiamo una terapia soppressiva del fenomeno fisiologico febbre, (ovvero, riprendendo l’esempio: spegniamo repentinamente il fuoco) noi interveniamo in modo violento e innaturale nel bioritmo del processo infiammatorio, attraverso un’azione di blocco delle reazioni enzimatiche.
Inoltre, creando quello che in termini tecnici si chiama una defervescenza per lisi, cioè abbattendo la febbre in modo repentino ed immediato, otteniamo anche di paralizzare la risposta immunitaria. E quindi impediamo la formazione di una vera memoria immunologica, che diventi patrimonio dell’organismo affrancandolo dalla necessità di ripetere la stessa via innumerevoli volte!
Nel caso in cui si diano tali farmaci ad un bambino, questi effetti indesiderati sono più gravi, poiché in lui le competenze immunitarie non si sono ancora formate del tutto, per cui andiamo a compromettere il completamento della sua risposta immunitaria.
Dal nostro punto di vista, il preziosissimo farmaco di sintesi dovrebbe essere esclusivamente un farmaco di allarme, di pronto intervento, che per la rapidità e la violenza della sua azione, si rende necessario quando è necessario calmierare, ridurre, un processo che nell’immediato può mettere a rischio la vita del paziente (le sue funzioni vitali).
Sempre dal nostro punto di vista, anche in questo caso, sarebbe opportuno spiegare al paziente, che una volta superato il momento di emergenza o di acuzie, se non vuole incappare nuovamente in una situazione così estrema, è necessario fare una terapia di riequilibrio di tutto l’organismo a vari livelli.
Vogliamo aggiungere che è dalla recente cultura illuministica settecentesca che nasce l’odierna cultura medica convenzionale, razionale ed analitica, riduzionista e meccanicista, la stessa che identifica la soppressione del sintomo con la guarigione. Paradossalmente è proprio questo l’atteggiamento più puerile e superficiale (quasi superstizioso, per certi versi) che si possa immaginare: spengo i sintomi ed è fatta, non mi curo di quello che c’è sotto… Dal nostro punto di vista l’importante, invece, è proprio quello che c’è sotto!
Dovrebbero essere i meccanismi di difesa dell’individuo, eventualmente rinforzati in modo opportuno da rimedi rispettosi della nostra biologia e fisiologia, ad affrontare e risolvere la malattia, non l’antipiretico o l’antinfiammatorio, pena la ricomparsa, in brevissimo tempo, di un altro episodio (che in medicina si dice recidiva), molto spesso più intenso del precedente!
L’organismo, a cui sarà stato permesso di compiere il processo di disintossicazione, coronato dall’innalzamento della temperatura di base, emergerà rafforzato e con nuove esperienze immagazzinate nella sua memoria immunologica. Tali esperienze sono anche immunologicamente trasmissibili, da generazione a generazione, ed è stato anche grazie a questo meccanismo che malattie come morbillo, pertosse, rosolia, ecc. sono oggi agevolmente superate da alcune popolazioni, e malattie gravissime quali peste, vaiolo, tifo, colera, ecc. sono totalmente scomparse o quasi.
In senso ancora più ampio, dobbiamo essere consapevoli che quando interrompiamo un’infiammazione o combattiamo una malattia stiamo danneggiando i nostri meccanismi di difesa e ostacoliamo il destino di progressivo miglioramento iscritto nella nostra natura biologica. Inoltre stiamo creando il presupposto per andare verso una malattia cronica e degeneratival, come si può facilmente verificare attraverso la lettura dei dati statistici planetari, dati così chiamati epidemiologici, che ci danno la misura dell’andamento e del tipo di malattie che ci affliggono.
Da tali dati si evince che gli esseri umani stanno già pagando un altissimo prezzo per l’eliminazione e la soppressione costante e ripetuta delle malattie acute!
Da anni oramai, alcuni in buona fede alcuni meno, stiamo creando, attraverso la soppressione dei sintomi, in primis della febbre, la patologia cronica del futuro. La responsabilità è sicuramente dei medici, che avrebbero il dovere deontologico di confrontarsi con tali argomentazioni e di spiegarle ai loro pazienti, ma con la complicità di noi tutti, presi talora dalla paura, dalla pigrizia mentale o dalla mancanza di pensiero critico. Questa pigrizia e questa cecità vanno quantomeno d’accordo con coloro che lucrano lautamente sulla vendita dei farmaci a livello planetario, che promuovono l’ignoranza e l’amnesia (nel caso dei professionisti) al fine di creare dei consumatori compulsivi di pillole magiche, capaci di sbarazzarci di tutti i nostri disagi. Da un punto di vista più elevato ancora della mera fisiologia, questo atteggiamento di rimozione finisce per separarci da noi stessi, dall’ascolto dei messaggi con cui il nostro corpo ci parla!
Per questo e molto altro, siamo da sempre promotori di un approccio terapeutico integrato e bio-logicamente sensato, che vuole sostenere l’organismo nella perfezione dei suoi meccanismi di regolazione, partendo dal drenaggio del carico tossinico, che rende necessario lo stesso aumento della temperatura di base.
La terapia Omeosinergetica andrà a stimolare ulteriormente le capacità disintossicanti dell’organismo tramite rimedi bio-naturali, che da una parte facilitano la dismissione tossinica e dall’altra potenziano le risorse immunitarie, sia in senso aspecifico che specifico a seconda del rimedio.
Da millenni l’uomo si cura attingendo al folto gruppo di piante aventi poteri medicinali che sono di supporto ai meccanismi di guarigione messi in atto dal nostro sistema immunitario. Queste piante, contenendo un fitocomplesso di sostanze attive, non presentano (ovviamente se assunte seguendo le corrette indicazioni), gli effetti indesiderati tipici delle terapie farmacologiche classiche. Questi effetti indesiderati, chiamati anche collaterali, sono spesso dovuti alla super concentrazione dei principi attivi, perseguita con la presunzione di potenziarne al massimo l’efficacia, ma che finisce per comportare la perdita dell’equilibrio tra le varie sostanze attive messo a punto dalla Natura all’interno della pianta.
La linea di Integratori Omeosinergici Informati Lux.M, nata per incarnare la concezione terapeutica della Medicina Omeosinergetica, è un perfetto compendio di scienza e tradizione, una perfetta armonia al servizio di tutte le persone attente alla prevenzione ed al mantenimento della propria salute.
Per modulare il processo di innalzamento della temperatura, la febbre, la medicina omeosinergetica ha messo a punto il rimedio LUXAPYR GOCCE che contiene tre estratti fluidi di fiori di Sambuco (Sambucus nigra L.), corteccia di Salice bianco (Salix alba L.), foglie e fiori di Spirea (Filipendula ulmaria (L.) Maxim).
La corteccia dei rami di Salice bianco contiene glicosidi fenolici (salicina, populina, alcol salicilico); aldeidi; acidi aromatici; flavonoidi (isoquercetina) e tannini. Per quanto la salicina, costituisca il principio attivo più interessante della pianta per le sue proprietà analgesiche, antipiretiche ed antireumatiche, non dimentichiamoci mai del concetto di fitocomplesso, laddove è l’insieme delle sostanze che costituisce l’equilibrio perfetto per ridurre al massimo gli effetti indesiderati e non bloccare i processi di guarigione messi in atto dal nostro intelligente organismo!
Per questo il salice è utilizzato come modulatore dell’infiammazione, utile in caso di reumatismi, dolori articolari e muscolari (strappi e contratture), dei dolori ai nervi (nevralgie), come modulatore della febbre; efficace nel trattare l’emicrania e molto altro…
Spirea olmaria, o più semplicemente Olmaria, è una pianta erbacea perenne frequente nell’Italia continentale che predilige i terreni umidi e freschi; per questo è di comune riscontro in prossimità dei corsi d’acqua, soprattutto nelle regioni montane e subalpine. Nota anche come regina dei prati, fiorisce in maggio-agosto, producendo fiori piccoli, bianchi, gradevolmente profumati e riuniti in una pannocchia terminale ampiamente ramificata.
Proprio i fiori essiccati, talvolta raccolti insieme alle parti aeree, costituiscono la droga: al suo interno troviamo buone concentrazioni di salicati, sostanze derivanti dall’acido salicilico dotate quindi di effetti analgesici, regolatori dell’infiammazione osteo-articolare e della febbre.
Sia il Salice che la Spirea sono notevolmente meno irritanti per la mucosa gastrica, rispetto a quella dell’acido acetilsalicilico (componente di un noto farmaco); inoltre, l’azione vasoprotettiva dei flavonoidi ne esalta l’azione di modulazione dell’infiammazione.
L’acido acetilsalicilico (ASA) è un farmaco nato dal perfezionamento in laboratorio di un principio attivo già conosciuto, estratto da piante come la Spirea olmaria e il Salice bianco. Il brevetto del nome “aspirina”, derivato da spirea, è tuttora di proprietà della casa farmaceutica Bayer e ne ha originato e mantenuto la fortuna industriale. L’acido acetilsalicilico (ASA) inizialmente ricavato
dalla spirea e poi dalla corteccia del salice bianco, oggi viene prodotto artificialmente per sintesi in laboratorio.
E i fiori di Sambuco, come possono esserci utili? Il Sambuco (Sambucus nigra) è una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Caprifoliaceae che si presenta come arbusto o piccolo albero. La tintura ottenuta dalla macerazione dei fiori si utilizza in fitoterapia per la sua azione diuretica e diaforetica (stimolante della sudorazione); perciò trova impiego nel trattamento delle malattie da raffreddamento accompagnate da febbre, nelle affezioni reumatiche e nelle infiammazioni respiratorie, nelle affezioni catarrali, nella sinusite e nel raffreddore comune. Ha anche un blando effetto lassativo, molto importante, infatti quando c’è febbre è utile, come ci insegnavano i vecchi medici igienisti, stimolare lo svuotamento dell’intestino.
Queste tre piante assieme bastano sicuramente per raccomandare l’assunzione di LUXAPYR gocce al bisogno, 1 goccia per anno di età fino ai 12 anni e poi sempre 12 gocce, anche ogni 30 min. se la febbre supera i 38,5° C, altrimenti 3-4 volte al dì. Gli anti-piretici di sintesi sono sempre a nostra disposizione, qualora ve ne sia necessità, ma speriamo di avere motivato con sufficiente efficacia quanto sia importante intervenire inizialmente sulla febbre in maniera naturale, rispettando il nostro corpo. Specialmente per quanto riguarda i nostri bambini! Buona vita a tutti!
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