La salute viene definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), già dal lontano 1946, come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia…”
Questa definizione descrive una condizione di completa soddisfazione e felicità che va ben oltre la dimensione del corpo.
Mi sembra che, malgrado i tanti anni trascorsi dalla dichiarazione di questo intento, non siamo mai stati così lontani da questa definizione come nell’ultimo anno, caratterizzato da mesi di forzata quarantena (anche se di ben più di quaranta giorni si è trattato).
Il benessere psico-fisico dell’individuo dipende da un complesso articolato di fattori in cui l’aspetto relazionale, completamente e improvvisamente troncato dal lock-down, riveste un ruolo di fondamentale importanza.
Per questo l’Omeosinergia, la filosofia medica nella quale mi sono specializzata come naturopata, è tutta incentrata sul ruolo della relazione con l’altro, essenziale per conoscere noi stessi ed evolvere come esseri umani! Ogni esperienza che la Vita ci propone implica necessariamente l’instaurarsi di una relazione tra due o più persone che si interfacciano tra di loro, ed è questa l’opportunità di un confronto che si traduce nell’unico meccanismo che abbiamo per conoscerci, crescere ed evolverci.
Senza la relazione l’essere umano implode.
Che senso ha dunque mantenere il corpo lontano da un agente eziologico, il virus, ma trascurare completamente il nostro benessere psichico e sociale, ignorare i gravi danni che avvengono, specialmente nei giovani e giovanissimi, in seguito all’applicazione di rigide misure di reclusione e distanziamento sociale.
L’aumento esponenziale dei disturbi d’ansia e della depressione ed infine dei suicidi è sotto i nostri occhi. Cito tra gli altri il (probabile) suicidio, a Genova, di due ragazze (tra i 14 e i 21 anni) lanciatesi dalla finestra e di molti altri adolescenti in altre parti di Italia.
Nel periodo del lock down i referenti del servizio di emergenza dedicato all’infanzia di Telefono Azzurro hanno riportato un incremento del 40% delle chiamate di ragazzi che hanno affermato di avere pensieri suicidi o che hanno testimoniato atti di autolesionismo.
Telefono amico Italia, nei primi 6 mesi del 2020 ha ricevuto circa duemila richieste di aiuto da parte di persone attraversate da un pensiero suicida o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro: oltre il doppio risetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Non bisogna assolutamente sottovalutare il disagio psichico e le forme depressive, se non accolte e trattate possono sfociare in vere tragedie.
Oltre a ciò le richieste di aiuto per casi di abuso e di violenza domestica sono aumentate del 20% (ovviamente soprattutto verso le donne), perché le persone sono state costrette a vivere in spazi ridotti senza avere alcuna chiave di lettura per leggere il conflitto e il senso della relazione, quando prima del confinamento il meccanismo dell’evitamento e della fuga permetteva la compensazione dei medesimi.
Assistiamo ad una innegabile escalation dei disturbi mentali e della violenza anche e soprattutto tra gli adolescenti e i giovani, in questo periodo critico di restrizioni, solitudine, incertezza e terrore di morire… dimostrato anche da un aumento verticale del ricorso ad alcool e droghe e ad un’impennata nelle vendite di psicofarmaci nelle farmacie.
L’isolamento coatto è una condizione innaturale per l’esser umano, che per sua natura è un animale sociale e nella comunità trova sostegno e riconoscimento, essenziali per persone in condizioni di maggiore fragilità.
La pandemia incute un timore ancestrale, radicato nel nostro cervello limbico se non rettiliano e tra bollettini dei morti e dei contagiati ed immagini di bare e ospedali non ci hanno fatto mancare niente… I grandi strateghi della comunicazione che fa audience dovrebbero sapere che il terrore (di morire) inibisce il funzionamento del nostro SISTEMA IMMUNITARIO, comunque noi terapeuti portatori di una visione olistica dell’essere umano abbiamo provato a spiegarlo, ma senza sortire nessun risultato.

Questa strategia del terrore ha fatto emergere ed ha alimentato in quasi tutti noi una IPOCONDRIA che per alcuni è sfociata in gesti paradossali di suicidio per paura della morte da virus, per altri si è trasformata in nevrosi e depressione.
La nostra società è approdata ad una visione pan-medicalista in cui il valore supremo è attribuito a quella che il filosofo Giorgio Agamben chiama la “nuda vita”, la mera esistenza biologica. L’attaccamento alla nuda vita e la paura di perderla non creano unione e solidarietà, ma al contrario ci precipitano in un inferno di infelicità.
Ma questo è argomento troppo ampio e profondo per poterlo sviluppare in questa sede e ve lo lascio come spunto di riflessione.
Prevenire è meglio che curare! Bisognerebbe rimanere sani (di mente), mantenere gelosamente il nostro benessere, attraverso stili di vita ed azioni che già sappiamo adatte a potenziare la salute: meditazione, rispetto dei cicli di sonno e veglia fisiologici, alimentazione sana ed eventuale integrazione di principi nutrizionali qualora poco rappresentati nei cibi che portiamo in tavola (vedi il caso della Vit. D e di altre vitamine, degli acidi grassi polinsaturi e tanti altri importanti fatturi nutrizionali…). Poi, fondamentale, l’attività sportiva aerobica… e di conseguenza, il controllo dei livelli di stress…
Quando la prevenzione non sia sufficiente, per sostenere la nostra psiche in momenti (comprensibili) di difficoltà, non è necessario, in prima battuta, ricorrere al farmaco di sintesi: la natura ci fornisce come sempre un aiuto importante. Vi sono piante con spiccate capacità ansiolitiche e calmanti, utilizzate da millenni dall’uomo per il loro effetto benefico. Di seguito vi farò alcuni esempi virtuosi.
Le proprietà terapeutiche delle sommità fiorite dell’iperico sono dovute al fitocomplesso rappresentato essenzialmente da flavonoidi, come l´ipericina, la rutina, la quercetina e l´iperoside: sostanze a spiccata azione antidepressiva e sedativa. L’ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna dimelatonina, aiutando contro l’insonnia.È, inoltre, in grado di accrescere i livelli serici di serotonina, similmente a certi farmaci antidepressivi di sintesi, riequilibrando del tono dell’umore.

Diversi esami hanno dimostrato che l´estratto di iperico, limita il riassorbimento di altri due neuro recettori denominati noradrenalina e dopamina che possiedono anch’essi un ruolo importante nella depressione, negli sbalzi di umore e nei periodi di esaurimento nervoso. Per questo potenzia anche gli effetti degli antidepressivi di sintesi.
Altra pianta virtuosa la Melissa, l’estratto delle cui foglie, ricche di olio essenziale che conferisce alla pianta il caratteristico odore e il sapore del limone, sono utilissime per trattare gli stati d’ansia specialmente con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico, esercitando un’azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa.

Il suo uso è particolarmente indicato, in presenza di un quadro d’irritabilità generale, insonnia causata da stanchezza eccessiva, nervosismo e tachicardia su base funzionale.
Pare che quest’azione sedativa della melissa venga esercitata attraverso l’inibizione dell’enzima GABA-transaminasi, ossia tramite l’inibizione dell’enzima responsabile della degradazione del GABA (acido γ-amminobutirrico il neurotrasmettitore inibitorio più importante del nostro sistema nervoso centrale).
La Valeriana officinalis è una pianta a fiore, la più nota del genere Valeriana e non è da confondersi con la sua parente, la Valeriana insalata, utilizzata soprattutto nell’alimentazione.
Il nome botanico si deduce dal latino valere, ovvero crescere in modo rigoroso, sano, oppure anche star bene, in merito alle sue proprietà.
Le attività sedative e ansiolitiche della pianta, confermate da diversi studi, sembrano essere esercitate dai valepotriati e da alcuni costituenti dell’olio essenziale di valeriana, quali l’acido valerenico e il valerenale. Il meccanismo con cui le suddette molecole sono in grado di ridurre la componente ansiosa ha a che fare, come pe la Melissa, con il metabolismo del GABA.
Per questo è ampiamente usata nella cura dell’insonnia e nella terapia complementare delle manifestazioni di tipo amsioso: attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali , irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni, cefalea.
Non possiamo non citare la Passiflora, originaria dell’America centro-meridionale, il cui nome, adottato da Linneo nel 1753, significa “fiore della passione” (dal latino passio = passione e flos = fiore).

Se ne utilizzano le foglie e le parti aree, ricche di principi attivi, raccolte da giugno a settembre e fatte essiccare all’ombra in luogo arieggiato.
I flavonoidi in essa contenuti svolgono un’azione sedativa sul sistema nervoso centrale, soprattutto a livello della zona del midollo spinale, adibito al controllo dei movimenti e dei centri del sonno, mentre gli alcaloidi svolgono un’attività spasmolitica. Recentemente è stato dimostrato che questi principi attivi sono in grado di legarsi agli stessi recettori delle benzodiazepine situati nel cervello, spiegando così l’azione calmante di questa pianta, che e la rende uno dei fitoterapici più utilizzati nei disturbi della sfera nervosa.
La pianta è molto indicata in caso di stress, ansia e senso di angoscia: nelle forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica ed è preventiva per gli attacchi di cuore. Inoltre, grazie all’azione di questi composti, la passiflora è in grado di stimolare un sonno fisiologico senza risvegli notturni, né senso di intorpidimento mattutino.
Gli alcaloidi armanici inoltre hanno un’azione spasmolitica in quanto rilassano il tessuto muscolare liscio, rendendola indicata in tutte le forme dolorifiche caratterizzate da spasmi.
Le piante officinali costituiscono un immenso tesoro che la natura ci mette a disposizione per poter mantenere la nostra salute e l’equilibrio del nostro organismo. Infatti, i principi attivi contenuti nelle piante costituiscono un pool di sostanze, chiamato fitocomplesso, che assicura la bassa incidenza di effetti indesiderati o collaterali, se si rispettano le posologie comprovate.
La sinergia tra piante diverse può dare ancora migliori risultati che l’utilizzo della pianta da sola, ricordandoci che il tutto e ben più della mera somma delle sue singole componenti e questo vale a maggior ragione per il nostro organismo complesso.
Sono convinta che la linea di Integratori Omeosinergici Informati Lux.M sia un perfetto compendio di scienza e tradizione, una perfetta armonia al servizio di tutte le persone attente alla prevenzione ed al mantenimento della propria salute.
Consiglio a tutti di assumere Luxcalmo e Luxpsico, 12 gocce in poca acqua, al bisogno e comunque 3 volte al giorno. Assumere Luxrem tutte le sere, qualora si abbiamo problemi legati al ciclo del sonno ed ai bioritmi. Per vivere una buona Vita a braccetto della Natura.
(*) In Europa i casi di malattia in età pediatrica sono tra l’1 e il 5% dei casi totali di Covid-19, in Italia poco meno del 1% dei casi positivi ha compiuto 18 anni. Nei bambini l’infezione si manifesta con un quadro clinico più favorevole rispetto all’adulto: il 4,4% è asintomatico, il 94,1% presenta quadri clinici lievi o moderati.


